ASSISTANT COACH PER VOCAZIONE
Stefano Picenni è alla Virtus sin da quando è partita l´avventura delle giovanili (anno 2000) e in seno alla società ha assunto un ruolo ben definito: assistant coach, ad oltranza...
D: Cominciamo proprio dall´inizio: cosa ti ha avvicinato alla Virtus, all´epoca sconosciuta ai più?
R: Dopo una lunga pausa di inattività cestistica, nel 2000 ho saputo da amici che a Rivoltella un gruppo di coraggiosi aveva intrapreso una lodevole iniziativa per favorire lo sviluppo del basket a Desenzano. In questo ambito la cosa che mi ha più colpito è stata la prerogativa della Virtus di voler far crescere il basket desenzanese partendo dai ragazzini sin dalla più giovane età e quindi mi sono detto che forse, nel mio piccolo, avrei potuto dare il mio contributo.
D: Nei secoli fedele al tuo ruolo, anche se non fai il carabiniere... La domanda se la sono fatta tutti gli allenatori con i quali hai lavorato, vista la tua preparazione: ma perché non fai il "grande salto" e non alleni in proprio?
R: Purtroppo questa faccenda è legata alla prima occasione che ho avuto di conseguire il cosiddetto patentino da allenatore: per svariati contrattempi e vicissitudini vissute con chi allora organizzava il corso a Brescia, al termine dell´anno di corso frequentato regolarmente, non ho potuto partecipare all´esame finale. Da allora poi, soprattutto per motivi di tempo, non ho più avuto modo di ricominciare.
D: Ricapitolando: Oliviero, Daniele, per un breve periodo pure Luca, poi Alfredo, Matteo, Enrico e ora Antonio, sperando di non aver dimenticato qualcuno. Con chi di loro si è stabilito il feeling migliore? E per caso con qualcuno non andavi d´accordo?
R: Devo dire che in generale con tutti i coach "titolari" si è sempre stabilito un ottimo rapporto, forse perché io sono abituato a collaborare pienamente, cercando di apportare il mio contributo ma sempre nel pieno rispetto dei ruoli: in una squadra deve essere il coach a "comandare".
Ancora oggi vedo e sento con piacere allenatori con i quali ho "lavorato" in passato. Quest´anno collaboro, anche se per un tempo limitato, con Antonio TATONE e mi sembra di poter dire che anche con lui, con il quale ci conosciamo sin da quando ero io a far parte delle giovanili di una squadra (e con questo voglio dire chiaramente che sono io che sono invecchiato, non Tatone - scrivetelo altrimenti mi mena), c´è reciproca fiducia. Con lo stesso Enrico, coach della prima squadra, ancora oggi ci vediamo in occasione di alcune partite e ci scambiamo pareri e consigli.
D: Oltre che ottimo preparatore, sei anche maestro di diplomazia! Vediamo se ci riesci anche parlando della tua squadra attuale, l´Under 17... Come vedi questi ragazzi?
R: Devo dire che quando sono arrivato a fare i primi allenamenti ero un po´ pessimista in quanto vedevo la squadra, in generale, poco omogenea nel livello dei giocatori ma soprattutto i giocatori stessi erano poco propensi ad ascoltare quello che si diceva loro, francamente a volte con atteggiamenti molto fastidiosi. In questi ultimi tempi, e dopo aver svolto un buon lavoro tecnico sui movimenti di base e sulla meccanica di tiro, ho notato un bel miglioramento generale e, soprattutto, un miglioramento dell´attenzione quando si cerca di spiegare un esercizio: i risultati di questa accresciuta disponibilità sono arrivati con buone prestazioni sul campo.
D: Quest´anno hai ridotto il tuo impegno, limitandoti ad una sola giornata sul campo, anche se poi ti si vede spesso alle partite e non solo della tua squadra. Problemi di lavoro o un po´ di logica stanchezza, dopo tanti anni? La dirigenza trema all´idea di perderti...
R: Dopo qualche anno è logico che arrivi il momento di "tirare il fiato", anche per l´impegno generale (allenamenti, partite, trasferte) che implica disponibilità di tempo a livello familiare. In un primo momento, l´intenzione era quello di stare fermo del tutto; poi, vista la difficoltà della Virtus a coprire tutte le ore con gli eroici coach a disposizione, ho pensato di poter comunque dare una mano a Tatone, anche se con un solo allenamento.
Ringraziamo Stefano per la disponibilità ancora una volta dimostrata, e ci auguriamo di vederlo maturare la pensione alla Virtus!
scritto da la redazione di Dragons´ Magazine
D: Cominciamo proprio dall´inizio: cosa ti ha avvicinato alla Virtus, all´epoca sconosciuta ai più?
R: Dopo una lunga pausa di inattività cestistica, nel 2000 ho saputo da amici che a Rivoltella un gruppo di coraggiosi aveva intrapreso una lodevole iniziativa per favorire lo sviluppo del basket a Desenzano. In questo ambito la cosa che mi ha più colpito è stata la prerogativa della Virtus di voler far crescere il basket desenzanese partendo dai ragazzini sin dalla più giovane età e quindi mi sono detto che forse, nel mio piccolo, avrei potuto dare il mio contributo.
D: Nei secoli fedele al tuo ruolo, anche se non fai il carabiniere... La domanda se la sono fatta tutti gli allenatori con i quali hai lavorato, vista la tua preparazione: ma perché non fai il "grande salto" e non alleni in proprio?
R: Purtroppo questa faccenda è legata alla prima occasione che ho avuto di conseguire il cosiddetto patentino da allenatore: per svariati contrattempi e vicissitudini vissute con chi allora organizzava il corso a Brescia, al termine dell´anno di corso frequentato regolarmente, non ho potuto partecipare all´esame finale. Da allora poi, soprattutto per motivi di tempo, non ho più avuto modo di ricominciare.
D: Ricapitolando: Oliviero, Daniele, per un breve periodo pure Luca, poi Alfredo, Matteo, Enrico e ora Antonio, sperando di non aver dimenticato qualcuno. Con chi di loro si è stabilito il feeling migliore? E per caso con qualcuno non andavi d´accordo?
R: Devo dire che in generale con tutti i coach "titolari" si è sempre stabilito un ottimo rapporto, forse perché io sono abituato a collaborare pienamente, cercando di apportare il mio contributo ma sempre nel pieno rispetto dei ruoli: in una squadra deve essere il coach a "comandare".
Ancora oggi vedo e sento con piacere allenatori con i quali ho "lavorato" in passato. Quest´anno collaboro, anche se per un tempo limitato, con Antonio TATONE e mi sembra di poter dire che anche con lui, con il quale ci conosciamo sin da quando ero io a far parte delle giovanili di una squadra (e con questo voglio dire chiaramente che sono io che sono invecchiato, non Tatone - scrivetelo altrimenti mi mena), c´è reciproca fiducia. Con lo stesso Enrico, coach della prima squadra, ancora oggi ci vediamo in occasione di alcune partite e ci scambiamo pareri e consigli.
D: Oltre che ottimo preparatore, sei anche maestro di diplomazia! Vediamo se ci riesci anche parlando della tua squadra attuale, l´Under 17... Come vedi questi ragazzi?
R: Devo dire che quando sono arrivato a fare i primi allenamenti ero un po´ pessimista in quanto vedevo la squadra, in generale, poco omogenea nel livello dei giocatori ma soprattutto i giocatori stessi erano poco propensi ad ascoltare quello che si diceva loro, francamente a volte con atteggiamenti molto fastidiosi. In questi ultimi tempi, e dopo aver svolto un buon lavoro tecnico sui movimenti di base e sulla meccanica di tiro, ho notato un bel miglioramento generale e, soprattutto, un miglioramento dell´attenzione quando si cerca di spiegare un esercizio: i risultati di questa accresciuta disponibilità sono arrivati con buone prestazioni sul campo.
D: Quest´anno hai ridotto il tuo impegno, limitandoti ad una sola giornata sul campo, anche se poi ti si vede spesso alle partite e non solo della tua squadra. Problemi di lavoro o un po´ di logica stanchezza, dopo tanti anni? La dirigenza trema all´idea di perderti...
R: Dopo qualche anno è logico che arrivi il momento di "tirare il fiato", anche per l´impegno generale (allenamenti, partite, trasferte) che implica disponibilità di tempo a livello familiare. In un primo momento, l´intenzione era quello di stare fermo del tutto; poi, vista la difficoltà della Virtus a coprire tutte le ore con gli eroici coach a disposizione, ho pensato di poter comunque dare una mano a Tatone, anche se con un solo allenamento.
Ringraziamo Stefano per la disponibilità ancora una volta dimostrata, e ci auguriamo di vederlo maturare la pensione alla Virtus!
scritto da la redazione di Dragons´ Magazine