IL FUTURO E´ DEI GIOVANI!
Dopo aver intervistato tanti "pezzi da novanta", è la volta di un "pezzo da diciassette"... Stefano Basciano è di gran lunga il più giovane componente dello staff tecnico della Virtus: non è ancora maggiorenne, ma la sua "missione" già la svolge da tre anni.
D: Parlaci un po´ di te, e di come è scattato il "colpo di fulmine" per il basket.
R: Ebbi il primo impatto con la pallacanestro nell´estate del 2001: frequentavo il centro ricreativo estivo comunale, e ogni tanto capitava che di pomeriggio arrivasse Oliviero per farci conoscere questo sport.
Inutile dire che ne rimasi molto appassionato, tant´è che, insieme ad altri amici, decisi di iscrivermi alla Virtus, in modo da conoscere meglio il basket, divertendomi con i miei coetanei.
D: Dunque alla Virtus da una (giovane) vita, ma come mai il passaggio così veloce dal campo alla panchina?
R: Il 2005 è stato l´anno che ha visto la mia ultima apparizione come giocatore. Mi pare di ricordare che allora la categoria in cui mi trovavo fosse quella degli Under 13 (mi corregga Oliviero se sbaglio). Non fu una stagione particolarmente soddisfacente per me, anche, e oserei dire soprattutto, per il "coach" che ci era stato assegnato, con il quale non andavo decisamente d´accordo in quanto la sua filosofia, se tale può essere definita, contrastava nettamente con la mia visione dello sport: ciò che a mio avviso dovrebbe rappresentare un´occasione di svago e divertimento veniva caricato di eccessiva importanza, e spinto fino all´ossessione. Per questo a maggio dello stesso anno decisi di abbandonare la squadra.
Dopo un anno di inattività, incontrando Oliviero, sentii che mi sarebbe piaciuto ritornare alla Virtus, ma ovviamente non in veste di giocatore, principalmente per il fatto che un anno di assenza dagli allenamenti fa sì che sia molto difficile tornare rapidamente alla pari degli altri che hanno continuato ininterrottamente.
La scelta, nata quasi per scherzo ma poi presa seriamente in considerazione da entrambi, fu appunto quella di ritornare al "tanto amato Minibasket", ma come aiuto-allenatore... ed è stata una decisione della quale non mi sono affatto pentito!
D: Pian piano le tue responsabilità stanno aumentando: nella stagione in corso sei assistente di Oliviero con gli Aquilotti e di Antonio con gli Esordienti. Come ti trovi con loro, ma soprattutto: pensi che il basket possa diventare per te più di un passatempo?
R: Sembrerà una sviolinata, ma io reputo Oliviero e Antonio due grandi professionisti: il primo è capace di insegnare, con metodi incredibilmente azzeccati, i fondamentali del basket, presentato come uno sport agonistico che richiede impegno e dedizione, ma con le dovute misure e senza eccessi, garantendo inoltre l´appassionarsi di ogni allievo.
Di Antonio invece apprezzo molto la grinta, e il modo con cui riesce a caricare emotivamente i ragazzi, anche in maniera simpatica, facendosi sempre rispettare.
Spero di riuscire ad imparare qualcosa da loro, basterebbe anche la metà!
Per quanto riguarda il "basket-passatempo", c´è da dire che io mi dedico costantemente e pienamente agli hobby: è difficile dire se in futuro potrà rappresentare un impegno maggiore o meno, ma comunque, anche attualmente, è un incarico che assolutamente non prendo sotto gamba.
D: Oltre a tutto, sappiamo che il basket deve sopportare la terribile concorrenza della musica e dello studio...
R: L´importante è sapersi organizzare: ovviamente lo studio è molto importante, infatti a volte mi capita di dover rinunciare a qualche allenamento per prepararmi a interrogazioni o verifiche impegnative, ma sono convinto che se ciò che si fa piace, non esistono problemi di nessun genere.
D: Durante la scorsa estate la tua collaborazione con Oliviero ha avuto come "top" la piena responsabilità del gruppo dei più grandi nelle quattro settimane del Dragons´ Camp. Ti è piaciuta come esperienza? Pensi di ripeterla? E se sì, hai qualche suggerimento da dare per migliorare il suo gradimento tra gli iscritti?
R: L´esperienza del Camp è stata molto gratificante, sia per l´incarico che mi è stato affidato, che per i risultati ottenuti alla fine, ovvero un enorme gradimento da parte degli iscritti: credo proprio che la ripeterò anche quest´estate.
La sua formula è difficile da migliorare, perchè è già in grado di associare il basket (chiaramente non applicato come nel corso degli allenamenti normali) ad altre attività gradevoli che non fanno perdere ai ragazzi il clima di vacanza.
Inoltre, durando solo fino a mezzogiorno, non vincola l´intera giornata degli iscritti, che dopo una mattinata all´insegna del divertimento con la pallacanestro possono passare il resto del giorno come meglio credono.
Rivolgiamo a Stefano un grazie per il grande impegno che sempre mette in quello che fa, e gli facciamo tanti auguri per il suo lunghissimo futuro!
scritto da la redazione di Dragons´ Magazine
D: Parlaci un po´ di te, e di come è scattato il "colpo di fulmine" per il basket.
R: Ebbi il primo impatto con la pallacanestro nell´estate del 2001: frequentavo il centro ricreativo estivo comunale, e ogni tanto capitava che di pomeriggio arrivasse Oliviero per farci conoscere questo sport.
Inutile dire che ne rimasi molto appassionato, tant´è che, insieme ad altri amici, decisi di iscrivermi alla Virtus, in modo da conoscere meglio il basket, divertendomi con i miei coetanei.
D: Dunque alla Virtus da una (giovane) vita, ma come mai il passaggio così veloce dal campo alla panchina?
R: Il 2005 è stato l´anno che ha visto la mia ultima apparizione come giocatore. Mi pare di ricordare che allora la categoria in cui mi trovavo fosse quella degli Under 13 (mi corregga Oliviero se sbaglio). Non fu una stagione particolarmente soddisfacente per me, anche, e oserei dire soprattutto, per il "coach" che ci era stato assegnato, con il quale non andavo decisamente d´accordo in quanto la sua filosofia, se tale può essere definita, contrastava nettamente con la mia visione dello sport: ciò che a mio avviso dovrebbe rappresentare un´occasione di svago e divertimento veniva caricato di eccessiva importanza, e spinto fino all´ossessione. Per questo a maggio dello stesso anno decisi di abbandonare la squadra.
Dopo un anno di inattività, incontrando Oliviero, sentii che mi sarebbe piaciuto ritornare alla Virtus, ma ovviamente non in veste di giocatore, principalmente per il fatto che un anno di assenza dagli allenamenti fa sì che sia molto difficile tornare rapidamente alla pari degli altri che hanno continuato ininterrottamente.
La scelta, nata quasi per scherzo ma poi presa seriamente in considerazione da entrambi, fu appunto quella di ritornare al "tanto amato Minibasket", ma come aiuto-allenatore... ed è stata una decisione della quale non mi sono affatto pentito!
D: Pian piano le tue responsabilità stanno aumentando: nella stagione in corso sei assistente di Oliviero con gli Aquilotti e di Antonio con gli Esordienti. Come ti trovi con loro, ma soprattutto: pensi che il basket possa diventare per te più di un passatempo?
R: Sembrerà una sviolinata, ma io reputo Oliviero e Antonio due grandi professionisti: il primo è capace di insegnare, con metodi incredibilmente azzeccati, i fondamentali del basket, presentato come uno sport agonistico che richiede impegno e dedizione, ma con le dovute misure e senza eccessi, garantendo inoltre l´appassionarsi di ogni allievo.
Di Antonio invece apprezzo molto la grinta, e il modo con cui riesce a caricare emotivamente i ragazzi, anche in maniera simpatica, facendosi sempre rispettare.
Spero di riuscire ad imparare qualcosa da loro, basterebbe anche la metà!
Per quanto riguarda il "basket-passatempo", c´è da dire che io mi dedico costantemente e pienamente agli hobby: è difficile dire se in futuro potrà rappresentare un impegno maggiore o meno, ma comunque, anche attualmente, è un incarico che assolutamente non prendo sotto gamba.
D: Oltre a tutto, sappiamo che il basket deve sopportare la terribile concorrenza della musica e dello studio...
R: L´importante è sapersi organizzare: ovviamente lo studio è molto importante, infatti a volte mi capita di dover rinunciare a qualche allenamento per prepararmi a interrogazioni o verifiche impegnative, ma sono convinto che se ciò che si fa piace, non esistono problemi di nessun genere.
D: Durante la scorsa estate la tua collaborazione con Oliviero ha avuto come "top" la piena responsabilità del gruppo dei più grandi nelle quattro settimane del Dragons´ Camp. Ti è piaciuta come esperienza? Pensi di ripeterla? E se sì, hai qualche suggerimento da dare per migliorare il suo gradimento tra gli iscritti?
R: L´esperienza del Camp è stata molto gratificante, sia per l´incarico che mi è stato affidato, che per i risultati ottenuti alla fine, ovvero un enorme gradimento da parte degli iscritti: credo proprio che la ripeterò anche quest´estate.
La sua formula è difficile da migliorare, perchè è già in grado di associare il basket (chiaramente non applicato come nel corso degli allenamenti normali) ad altre attività gradevoli che non fanno perdere ai ragazzi il clima di vacanza.
Inoltre, durando solo fino a mezzogiorno, non vincola l´intera giornata degli iscritti, che dopo una mattinata all´insegna del divertimento con la pallacanestro possono passare il resto del giorno come meglio credono.
Rivolgiamo a Stefano un grazie per il grande impegno che sempre mette in quello che fa, e gli facciamo tanti auguri per il suo lunghissimo futuro!
scritto da la redazione di Dragons´ Magazine